Viaggio nel mondo dei numeri – Tappa 3


I processi della cognizione numerica

I processi di rappresentazione numerica e codifica e il sistema di calcolo costituiscono la base dell’apprendimento numerico e ci permettono rispettivamente di comprendere il numero nelle sue varie forme e di compiere delle operazioni sulle quantità da noi rappresentate.
La cognizione numerico è costituita da tre processi distinti:

  • processi semantici
  • processi lessicali
  • processi sintattici
cognizione numerica

Processi semantici

I processi semantici permettono la conoscenza della quantità che un determinato numero definisce.

Se non fossimo in grado di associare la parola “uno” al concetto di un solo elemento, questa sarebbe priva di significato.
Imparare che a un determinato numero si riferisce una specifica quantità richiede uno sforzo significativo per i bambini (link abilità matematiche innate e abilità di conteggio).
Il bambino nel corso della sua crescita consolida il legame tra le parole-numero (successivamente tra i simboli arabici), e le quantità che queste rappresentano.
La conoscenza semantica è messa in atto durante lo svolgimento di compiti di conteggio, comparazione di quantità e seriazione, come ad esempio richiedere di ordinare i numeri dal più grande al più piccolo o di inserire un numero al posto giusto.
Gli errori più comuni in questo campo riguardano l’incapacità di collegare il numero arabo alla quantità o le difficoltà nello stabilire quale sia il numero più grande/piccolo tra due.

Processi lessicali

I processi lessicali permettono di nominare correttamente un numero attraverso la codifica bidirezionale tra il codice arabico e quello verbale (scritto).

Grazie a questi processi siamo in grado di tradurre la parola “ventidue” nel corretto numero arabo “22” e viceversa sia utilizzando il linguaggio orale, che quello scritto. I processi lessicali scendono in campo in compiti di lettura e dettato di numeri.
Difficoltà nella traduzione potrebbero derivare dall’irregolarità della lingua.
Se ci soffermiamo a pensare, in italiano, i numeri fino a venti hanno una denominazione irregolare.
Appena superato il “10”, fino al “16” pronunciamo prima l’unità e poi la decina (“un-dici”, “do-dici”), (effettivamente non diciamo “dieci-uno”, “dieci-due”), arrivati al “17” il meccanismo si inverte.
Sono queste le “stranezze” che rendono più insidioso il processo di apprendimento e che talvolta creano “simpatici” errori nei più piccoli.

Processi sintattici

I processi sintattici definiscono “la grammatica” con la quale possiamo comporre le cifre e il significato che queste assumono a seconda del modo in cui vengono combinate e della posizione che occupano.

Le dieci cifre numeriche (0-9) sono paragonabili alle lettere dell’alfabeto: grazie a queste possiamo comporre infiniti numeri.
Il nostro sistema numerico è posizionale, quindi ogni cifra assume un valore a seconda della posizione che occupa all’interno del numero. Ad esempio, nel numero “739” il 3 ha valore di “trenta”, mentre nel numero 3826, il significato di “tremila”.
La rappresentazione con un numero di una determinata configurazione implica che il bambino abbia ben compreso e appreso il concetto di unità, decine, centinaia, decimo, centesimo e millesimo (es. 3 migliaia, 8 centinaia, 3 decine e 2 unità).


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.