Ruolo dei gesti nello sviluppo del linguaggio


Ho appena terminato una videochiamata con i miei genitori, che oggi stanno guardando la mia nipotina.
Con la quarantena imposta dall’arrivo del Coronavirus sono passati ben 2 mesi da quando i nonni non hanno potuto godersi di persona la piccola Sara, e ora, con la ripresa lavorativa, anche loro sono tornati, con le dovute attenzioni, in campo.
La mia nipotina ha 15 mesi, e in questa fase, ogni giorno è una conquista.
Vi ho parlato della videochiamata, perché la prima cosa che mi ha raccontato mio padre è che Sara è diventata una bella chiacchierona, parla nella sua lingua e con il ditino indica, molto più di prima, e si fa capire.

Le parole che produce Sara comprensibili saranno una decina, la maggior parte delle quali sono onomatopee, a volte un po’ storpiate e i classici mamma, papà e pu.
Ma con i gesti è una campionessa, riesce a ottenere e a farsi capire da chiunque.

Relazione tra le azioni, i gesti e le parole

Nell’adulto è chiaramente visibile quanto la comunicazione sia multimodale: gli elementi verbali del linguaggio interagiscono con elementi non verbali, basti pensare al nostro gesticolare o alla mimica quando parliamo.
Anche nel bambino a partire da circa 6-8 mesi è possibile osservare movimenti ritmici degli arti superiori e inferiori sincronizzati con vocalizzi.
Un ruolo fondamentale in questa fase dello sviluppo è operato dai Neuroni a Specchio che si attivano al compimento di un’azione o quando la si osserva compiere.
Questi particolari neuroni assicurano la coincidenza tra le azioni di manipolazione e la loro rappresentazione, favorendone l’uso comunicativo.

Tutti i gesti sono uguali?
Esistono diverse tipologie di gesti, che si acquisiscono in tempi differenti e che sono alla base dell’acquisizione del linguaggio.

gesti comunicativi

Performativi deittici

Rientrano in questa categoria i gesti del dare, mostrare, richiedere e indicare.
La loro comparsa in genere è intorno ai 9-13 mesi e sono una manifestazione della comunicazione intenzionale.
Il bambino con il loro utilizzo comunica la volontà di:

  • ottenere dall’adulto un oggetto, un’azione o un comportamento
  • condividere l’attenzione dell’adulto tramite un oggetto

Questa tipologia di gesti è strettamente correlata al contesto, infatti è da questo che ne deriva la loro comprensione.
Rispetto agli altri, quello relativo l’indicare compare più tardi e prevede un distacco dall’oggetto, pertanto non si basa sul suo contatto fisico o sulla sua manipolazione.
Questi gesti ricoprono un ruolo propulsivo per lo sviluppo del linguaggio, fino all’emergenza delle prime parole (12-13 mesi), sostengono le interazioni con l’adulto e accompagnano frequentemente le prime vocalizzazioni.

Gesti rappresentativi

Lo sviluppo comunicativo prevede intorno ai 12-16 mesi la comparsa di un’altra tipologia di gesti, quelli rappresentativi, anche conosciuti come simbolici o referenziali, che permettono di usare un’etichetta non verbale per rappresentare un certo referente.
Il significato di questi è condiviso dal bambino e il suo interlocutore ed è comprensibile indipendentemente dal contesto.
I gesti rappresentativi possono essere classificati in tre distinte categorie:

  • convenzionali: nascono da scambi sociali ripetuti (es. ciao)
  • azioni che il bambino compie con il proprio corpo (es. dormire, ballare)
  • azioni che il bambino compie con determinati oggetti (es. telefonare, guidare).

Le azioni precedono la comparsa del gesto e/o della parola corrispondente, e nel periodo tra i 10 e i 23 mesi accompagnano tutto il processo di acquisizione del linguaggio.
Attraverso una progressiva decontestualizzazione, il bambino passerà dal pronunciare una parola mentre sta compiendo un’azione (es. pronunciare nonna mentre la guarda o si dirige verso di lei), al servirsi delle parole al di fuori del contesto o per categorizzare nuove persone e oggetti (es. nonna per nominarla in sua assenza o per richiamare una signora anziana).
E’ importante anche in questo caso ricordarvi che i mesi di acquisizione variano da bambino a bambino.


Caselli et al., 2016. Primo Vocabolario del Bambino: Gesti, Parole e Frasi. FrancoAngeli Editore


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