S.O.S. Ciuccio


Ciuccio

“Il ciuccio fa bene?” 

“Tu cosa ne pensi?” 

“Meglio evitare, vero?” 

Queste sono solo alcune delle domande che un parente, amico o conoscente neo genitore mi pone. Come per tutte le cose bisogna valutare attentamente benefici o eventuali danni. 
Forse aizzerò folle di logopedisti indignati, ma sono stata proprio io a consigliare l’utilizzo del ciuccio, selezionando quello che sembrava essere il più idoneo, quando mia nipote sembrava inconsolabile. Ovviamente, neanche la suzione del ciuccio si è dimostrata una possibile soluzione, e dopo averlo provato per poche volte ci ha fatto capire che per lei il ciuccio non rappresentava una valida alternativa e che potevamo tranquillamente archiviarlo. 
Ho pensato quindi di raccogliere i vari consigli che ho inviato ad amici nel corso di questo tempo e di crearne un articolo. 

Quando introdurre il ciuccio? 

L’uso del ciuccio per i nati a termine è raccomandato solo dopo che l’allattamento al seno è ben avviato. L’introduzione, quindi, è consigliata dopo il primo mese di vita.  

Perché usare il ciuccio e per quanto tempo? 

Il ciuccio aiuta a tranquillizzare e calmare il bambino, può essere un mezzo per favorire il rilassamento in situazioni che possono essere motivo di agitazione e stress. É importante non trasformarlo come l’unica fonte consolatoria dopo pianti e capricci, ma piuttosto comprendere quali possono essere strumenti e sistemi di consolazione alternativi. Un suggerimento può essere quello di limitarne l’uso al momento del sonno o a situazioni di estrema stanchezza, poiché la funzione consolatoria concilia il sonno.  
Studi, inoltre, hanno dimostrato come il ciuccio nei pisolini riduca il rischio di morte improvvisa del lattante (SIDS).  
Appena il bambino si sveglia, però, è bene toglierlo dalla sua vista, e in assoluto evitare di proporlo quando è impegnato in altre attività come il gioco e la conversazione e non insistere e riproporlo se il bambino lo sputa o lo rifiuta, anche durante il sonno. 

Il ciuccio può essere dannoso? 

L’uso eccessivo e protratto del succhietto può trasformarsi in un’abitudine viziata e avere un impatto significativo sulla motricità orale, sulle strutture della bocca, sulla deglutizione e sul linguaggio. 
A questo proposito si suggerisce di eliminarne l’utilizzo entro i 2 anni di età. Ovviamente più tempo si tiene e più alta è la probabilità che si instaurino comportamenti viziati.    

Il suggerimento è di non modificare o cambiare le dimensioni del ciuccio: una tettarella più piccola può fornire meno soddisfazioni nella suzione e può facilitare l’eliminazione. 

I ciucci sono tutti uguali? Quale scegliere? 

Ovviamente non tutti i succhietti sono uguali, ne esistono di vari materiali, forme, colori e dimensioni. E’ bene sapere che il ciuccio in silicone è migliore per la sterilizzazione, poiché è più resistente e di conseguenza non si altera. Il caucciù, invece, essendo un materiale poroso, può essere contaminato più facilmente, tuttavia, essendo più “morbido” può essere suggerito con l’inizio della dentizione. 
Tra tutti i ciucci in commercio, è bene prediligerne uno anatomico, con la goccia ricurva verso il palato, in modo che si adatti alla bocca del bambino, senza che sia questa ad adattarsi alla tettarella e di conseguenza a “modificarsi”. Per quanto riguarda la scudo, ovvero la parte esterna, questo non deve essere troppo piccolo, per evitare che venga inserito completamente in bocca, ma non deve anche essere caratterizzato da grossi ingombri di plastica. 

Sarà il vostro bambino a scegliere come e se prendere il ciuccio, proprio come ha fatto mia nipote, o come ho fatto io, qualche anno prima, che, dopo aver fatto disperare i miei genitori nella ricerca di una tettarella abbastanza piccola (sono nata prematura), ho deciso di sputarla e rifiutarla in tutti i modi. Tranquilli, tutti quei succhietti sono diventati i ciucci dei miei bambolotti! 

Il compito di voi genitori, sarà quello di controllarne e limitarne l’utilizzo.  

Forse meglio l’uso del ciuccio che può essere eliminato e sparire dalla vista del bimbo rispetto al succhiamento del dito che è sempre a portata di mano? 


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